Oggi ci sembrerebbe impossibile gestire la nostra vita al netto dell’utilizzo del nostro smartphone: caselle email, messaggistica, documenti, connessione ad internet e tutta una serie di applicazioni utili non solo alla vita quotidiana, ma anche al lavoro, sono racchiusi in quel dispositivo tanto piccolo da poter essere mantenuto con una sola mano eppure così performante da aver assunto quasi il ruolo di un computer portatile a tutti gli effetti.
Solo dieci anni fa le cose stavano molto diversamente e l’accesso alla rete era per pochi: si parlava ancora di “cellulari” in grado solo di inviare chiamate e messaggi, imitando quello che era consentito fare con un telefono fisso, in sostanza, con il vantaggio della versatilità spaziale (copertura permettendo); l’era mobile si stava consolidando ed aprendo a nuove prospettive.
Ancora prima, però, tutto questo non era altro che fantascienza. Per essere raggiungibili bisognava restare a casa, incollati al telefono, ed i Millennials che hanno avuto le prime cotte proprio in quegli anni sanno bene cosa significa.
Niente spunte blu, niente squilli, niente ansia dal “visualizzato e non risposto“. Una vita, forse, da un certo punto di vista più serena, lontana dai rischi che causa, ad esempio, l’utilizzo dello smartphone che molti incoscienti fanno alla guida, ma allo stesso tempo meno sicura, poiché una volta usciti di casa era impossibile mettersi in contatto istantaneamente con chicchessia, a meno di una cabina installata proprio nei paraggi.
Ma qual è stata la prima telefonata in assoluto mai eseguita?
Sembra difficile da credere, eppure risale addirittura a quarant’anni fa!
Un cellulare che assomigliava… ad una scarpa
Era il 3 Aprile 1973 quando Martin Cooper, geniale ingegnere della Motorola (oggi novantenne), compose un numero ben preciso su quel prototipo di cellulare gigantesco, la cui forma ricordava una scarpa e che pesava un chilo e mezzo. Un dispositivo di uno strano coloraccio bianco sporco, con una batteria che impiegava ben 10 ore per ricaricarsi e che durava solo mezz’ora. L’uomo si trovava in mezzo ad una strada newyorkese, al cospetto di giornalisti, curiosi e passanti.
La chicca che non tutti sanno è che l’ispirazione per quel particolare dispositivo era nata in Cooper guardando Star Wars: il Capitano Kirk, infatti, utilizzava proprio un dispositivo simile all’interno della pellicola!
Ma a chi era indirizzata quella prima telefonata che sarebbe entrata nella storia?
Ebbene, dall’altro capo del telefono si trovava Joel S. Engel, capo della ricerca ai Bell Laboratories (centro di ricerca e sviluppo, attualmente di proprietà della Nokia) e suo antagonista nella realizzazione di questo tipo di nuova tecnologia; “Alla Motorola ce l’abbiamo fatta, la telefonia cellulare è una realtà“, gli riferì trionfante e soddisfatto Cooper.
La commercializzazione
Da lì fu un lungo iter per arrivare al primo reale cellulare da commercializzare: dieci anni anni dopo (1983/84), grazie ad un investimento di un milione di dollari, nacque il primo Motorola DynaTAC (Dynamic Adaptive Total Area Coverage), nonché il primo cellulare in assoluto che il pubblico abbia potuto toccare con mano. Quella parte di pubblico, perlomeno, che aveva un po’ di soldi da investire in questo nuovo “capriccio” che il mercato gli proponeva ad un costo davvero esorbitante (ma lì era tutto eccessivo, anche il peso e le misure!).
A quell’epoca, e per diversi anni a seguire, il cellulare non era per tutti, definiva, anzi, la classe di persone “facoltose” che poteva permetterselo. Dopo 7 anni erano un milione gli entusiasti possessori e, da quel momento, è stata una velocissima escalation che ha portato ai numeri stratosferici di oggi, con tutte le tipologie e le differenziazioni che hanno suddiviso, poi, per fascia i migliaia di dispositivi che sono stati creati dalle menti (non sempre) geniali degli ingegneri e dei tecnici al servizio dei grandi brand.