Sul destino di Huawei si è detto di tutto e speculato praticamente in ogni modo, da quando le direttive di Trump hanno stabilito di tranciare completamente i rapporti futuri tra il brand cinese e l’America.
Fermo restando che tutti i dispositivi attualmente in commercio, come sottolineato dalla stessa casa produttrice, continueranno a funzionare regolarmente con sistema operativo Android e Google Play Store, potendo giovare a tempo indeterminato dei relativi aggiornamenti, il vero dubbio riguarda, invece, i gadget di prossima uscita, che dovranno farsi carico di un vero e proprio taglio col passato e di un cambiamento netto del reparto software.
I rumors e le notizie accertate
Già quest’estate si vociferava sulla possibilità di un nuovo sistema operativo, il cosiddetto HongMeng OS, che avrebbe dovuto fare la sua comparsa sui prossimi smartphone targati Huawei.
Dopo settimane di congetture e ipotetiche previsioni, finalmente ne sappiamo qualcosa in più.
Già nel 2020, infatti, il marchio ha annunciato che apparirà sul mercato con il suo personalissimo sistema operativo, non senza suscitare una serie di riflessioni in rebound, soprattutto tra gli analisti che prevedono un netto calo nelle vendite nell’abitudinario mercato d’Occidente, dove la “devozione” ad Android è un dato più che certo.
Yu Chengdong, direttore della divisione consumer business di Huawei, in occasione dell’Expo Ifa 2019 di Berlino, ha parlato, però di HarmonyOs (e non, come si credeva, di “HongMeng”), affermando che verrà annunciato ufficialmente a Marzo, cercando di sbigottire gli affezionati (e i curiosi) e di mantenere al meglio la posizione sul mercato dell’azienda che, attualmente, è la seconda produttrice al mondo di smartphone, per vendite, prima di Apple (guarda caso!) e subito dopo Samsung.
Ma ci sono molte altre notizie che circolano in rete, come il coinvolgimento dell’OS “Aurora” della Rostelecom russa, in attesa che Harmony sia sufficientemente stabile per sostenere al meglio le performance dei vari gadget Huawei senza crash. Resterebbe, in ogni caso, la “distanza” (seppur facile da rendere minima) da Gmail, Google Calendar, Google Maps e da tutta la suite di Big G, in generale.
Altri, invece, parlano di una versione open source di Android, attraverso la cui App Gallery si potrebbero comunque scaricare i software Google.
In ogni caso, anche dai grandi nomi dell’industria tech, ci si aspetta un calo di diversi miliardi nelle vendite, quantificato addirittura con un devastante -40%.
La tensione resta altissima.
Non resta che aggiornarsi per conoscere le nuove evoluzioni e capirci di più.